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© 2023 Tenuta Isola nel Giglio. All rights reserved – photo credits : stefano casati – Capitale sociale : 10.000,00 €

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Capitale sociale : 10.000,00 €

Sole, mare, erbe selvatiche e suoli in granito

In un luogo dall’incantevole natura, con una storica vocazione per la vinificazione, l’Ansonica esprime il suo pieno potenziale, estraendo tutta l’intensità aromatica dell’isola selvatica che da secoli è la sua dimora.

Pochi di coloro che scattano un selfie accanto alla Torre di Pisa sanno che le due colonne di granito al suo ingresso vengono dall’Isola del Giglio.

L’isola è relativamente giovane in termini geologici: si è formata per l’emersione dalle profondità del mare di un plutone granitico che risale a circa 5 milioni di anni fa. Fin dall’epoca romana le vigne crescono in simbiosi con il granito, dando vita ad un vino inconfondibile nel gusto e negli aromi.

Agli inizi del sedicesimo secolo, i viaggiatori che osservavano il Giglio dalle imbarcazioni di passaggio avrebbero visto un’isola coperta quasi interamente da vigneti verdeggianti e terrazzati. Nei secoli successivi le incursioni di pirati e l’epidemia di fillossera hanno causato l’abbandono di gran parte dei vigneti e delle loro “greppe”, i muretti a secco intagliati nella roccia granitica, che prevenivano l’erosione del suolo e dirigevano la scarsa acqua piovana verso le radici delle viti.

Pochi di coloro che scattano un selfie accanto alla Torre di Pisa sanno che le due colonne di granito al suo ingresso vengono dall’Isola del Giglio.

L’isola è relativamente giovane in termini geologici: si è formata per l’emersione dalle profondità del mare di un plutone granitico che risale a circa 5 milioni di anni fa. Fin dall’epoca romana le vigne crescono in simbiosi con il granito, dando vita ad un vino inconfondibile nel gusto e negli aromi.

Agli inizi del sedicesimo secolo, i viaggiatori che osservavano il Giglio dalle imbarcazioni di passaggio avrebbero visto un’isola coperta quasi interamente da vigneti verdeggianti e terrazzati. Nei secoli successivi le incursioni di pirati e l’epidemia di fillossera hanno causato l’abbandono di gran parte dei vigneti e delle loro “greppe”, i muretti a secco intagliati nella roccia granitica, che prevenivano l’erosione del suolo e dirigevano la scarsa acqua piovana verso le radici delle viti.

Tuttavia, alcuni appezzamenti sopravvissero alle avversità, incluso un lembo di terra scosceso a ovest, sotto il borgo di Giglio Castello

Chiamato “Il Finocchio” per la ricca flora di finocchi selvatici che lo circondavano, questo terreno era ancora vitato quando nel 2019 è stato acquistato. Philippe Austruy di Vignobles Austruy, ammaliato dall’atmosfera naturale e incontaminata, si è convinto che questo micro-appezzamento ha un forte potenziale per dare vita a un grande vino bianco. Ad un’altitudine di circa 300 metri sul livello del mare, i vigneti si affacciano a ovest/sud-ovest verso la baia di Campese, seguendo una pendenza relativamente lieve, inusuale sull’isola montagnosa del Giglio. Circondato e protetto dalla macchia mediterranea e da una rara rimanenza della foresta di lecci che un tempo copriva tutta l’isola, il vigneto si trova in un luogo magico, tanto che a raggiungerlo si ha l’impressione di essere finiti in un giardino segreto tra i boschi.

Chiamato “Il Finocchio” per la ricca flora di finocchi selvatici che lo circondavano, questo terreno era ancora vitato quando nel 2019 è stato acquistato. Philippe Austruy di Vignobles Austruy, ammaliato dall’atmosfera naturale e incontaminata, si è convinto che questo micro-appezzamento ha un forte potenziale per dare vita a un grande vino bianco.

Ad un’altitudine di circa 300 metri sul livello del mare, i vigneti si affacciano a ovest/sud-ovest verso la baia di Campese, seguendo una pendenza relativamente lieve, inusuale sull’isola montagnosa del Giglio. Circondato e protetto dalla macchia mediterranea e da una rara rimanenza della foresta di lecci che un tempo copriva tutta l’isola, il vigneto si trova in un luogo magico, tanto che a raggiungerlo si ha l’impressione di essere finiti in un giardino segreto tra i boschi.

Due appezzamenti vicini, Allume e Scoglio Nero, compongono insieme a Finocchio parte della tenuta, e saranno presto reimpiantati a vite.

Entrambi i nomi sono associati all’antica pratica di estrazione mineraria della zona. Scoglio Nero prende il nome dalla presenza dei minerali di ematite presenti in grande parte sulla superficie dei nostri vigneti. Le greppe (muretti a secco) delle tre parcelle sono stati restaurati con l’aiuto di artigiani locali, specialisti della muratura. Tra queste, tre palmenti –bacini di roccia usati anticamente per la vinificazione – punteggiano la proprietà, insieme ad un complesso sistema di canali e cisterne scavati a mano nella roccia, attualmente in ristrutturazione, che servivano a preservare quanta più acqua piovana possibile.

L’Ansonica trova la sua dimora d’elezione nel terreno sabbioso e granitico del Giglio. Robusta e molto resistente alla siccità, ha un vigore vegetativo domato dai suoli poco profondi (in alcuni punti la roccia madre è poco più di 30 centimetri sotto alla superficie) e dalla scarsità di piogge. Le vigne allevate ad alberello concentrano quindi in pochi grappoli l’intensità aromatica di questo affascinante terroir mediterraneo. La biodiversità della fragrante macchia mediterranea che circonda i vigneti aiuta inoltre ad elevare la qualità del vino e la sua purezza.

L'ISOLA

ESSENZA DEL MEDITERRANEO

IL VINO

ANSONICA IN EXCELSIS

L’ISOLA

ESSENZA
DEL MEDI
TERRANEO

IL VINO

ANSONICA
IN EXCELSIS

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